Magis x Master IMID: visita didattica nello showroom di Milano e case study di riprogettazione (2020)
Gli studenti del Master IMID hanno visitato lo showroom Magis in Corso Garibaldi 77 (Milano) con il docente Giovanni Siard e il direttore del Master Luciano Comacchio. La store manager Anna De Meo ha guidato il gruppo tra spazi, collezioni e scelte curatoriali. Dopo il rilievo tecnico e fotografico, è stata avviata un’esercitazione didattica: riprogettare lo showroom come caso reale (anno 2020), senza finalità commerciali ma con procedure e standard professionali.
Perché il caso Magis è un laboratorio ideale di interior e retail design
L’incontro tra Master IMID e Magis nasce da una visione condivisa: lo showroom come luogo di relazione tra il brand e le persone. In un settore dove l’esperienza fisica è determinante, l’allestimento non espone soltanto prodotti, ma costruisce un racconto coerente con i valori del marchio. Gli studenti hanno osservato come materiali, luce, cromie, segnaletica e percorsi definiscano gerarchie visive e punti di attenzione, favorendo una lettura chiara dell’assortimento e una fruizione confortevole degli ambienti.
La visita: osservazione, ascolto e prime ipotesi
La store manager Anna De Meo ha introdotto filosofia espositiva e logiche operative dello showroom. La visita è stata impostata come un walkthrough ragionato: ingressi e viste principali, zone calde e fredde, aree di sosta, appoggi, fondali, accenti luminosi e palette. Il confronto con Giovanni Siard e Luciano Comacchio ha permesso di collegare le scelte di layout a obiettivi narrativi e di conversione (chiarezza dell’offerta, fluidità del percorso, spazi per testare i prodotti).
Il gruppo ha lavorato con una duplice prospettiva: customer‑centric (come leggerebbero lo spazio i visitatori) e brand‑centric (come rafforzare identità e collezione). Questo approccio ha favorito ipotesi migliorative concrete: definire tappe narrative, prevedere un ritmo visivo tra pieni e vuoti, identificare “zone manifesto” per i pezzi-icona e aree per novità o collaborazioni.
Rilievo e documentazione: metodo e strumenti
La fase di rilievo è stata affrontata con metodo: suddivisione in micro‑squadre, checklist per misure e incidenze, raccolta fotografica sistematica e set di domande per lo staff. Al rilievo tecnico si è affiancata un’osservazione comportamentale: flussi probabili, ostacoli, linee di vista, aree di sosta, superfici “instagrammabili” e punti ideali per storytelling.
Dallo stato di fatto al concept: linee guida progettuali
Il team ha tradotto lo stato di fatto in un modello 3D accurato per valutare alternative di layout. Le linee guida condivise hanno privilegiato leggibilità e ritmo: sequenze, “pause” e riprese, punti di attrazione e collegamenti tra categorie. Parallelamente si sono esplorate palette cromatiche, materiali e micro‑scenografie coerenti con l’identità Magis.
La proposta 2020: esercitazione didattica su caso reale
Nel 2020 gli studenti hanno sviluppato una proposta di riprogettazione dello showroom Magis come esercitazione accademica. Non si è trattato di un incarico professionale, ma di un’esperienza progettuale completa: brief, obiettivi, stato di fatto, concept, sviluppo, visualizzazione e presentazione. Ogni team ha costruito un racconto unitario: dal “perché” del progetto fino al “come” si traduce nelle scelte spaziali, cromatiche e luminose.
Retail storytelling: dallo sguardo del cliente alla promessa del brand
Ogni scelta di interior si collega a un messaggio. Lo showroom Magis racconta ricerca, leggerezza e innovazione: qualità che devono emergere a colpo d’occhio e restare memorabili. I team hanno lavorato su micro‑narrazioni: accogliere, incuriosire, informare, convincere. Il tutto con equilibrio tra componenti materiali (supporti, piani, fondali, pavimentazioni) e immateriali (luci, riflessi, cromie, silenzi).
Strumenti: dal digital twin alla visualizzazione
La restituzione ha previsto modellazione dello stato di fatto, digital twin semplificato per prove rapide, soluzioni alternative e test di illuminazione. Il lavoro si è chiuso con rendering e tavole di sintesi, utili a comunicare con chiarezza concept, materiali e impatti sul percorso. L’enfasi è stata sulla comprensibilità: poche slide per raccontare bene l’idea, niente ridondanze.
Showroom come esperienza: comfort, leggibilità, memoria
Un allestimento efficace deve poter essere letto “in pochi secondi” e “vissuto a lungo”. Comfort visivo, percorsi chiari, soste e punti di interazione favoriscono decisioni più consapevoli e una memoria più duratura del brand. Nel caso Magis, gli studenti hanno cercato soluzioni che valorizzassero icone e novità senza saturare lo spazio, costruendo un ritmo riconoscibile tra pezzi singoli, sistemi e accessori.
Risultati formativi: cosa hanno portato a casa gli studenti
Il case study Magis ha consolidato competenze chiave: rilievo, modellazione, prototipazione rapida, storytelling spaziale, lavoro in team e presentazione. Soprattutto, ha rafforzato la capacità di prendere posizione progettuale: saper dire “no” a scelte ridondanti, scegliere pochi segni chiari, costruire un’esperienza coerente e misurabile nel tempo.
Conclusioni: il valore di una partnership
Il progetto con Magis dimostra come la collaborazione tra impresa e formazione possa generare valore reciproco: la realtà aziendale offre un terreno di prova autentico, la scuola restituisce un punto di vista fresco e strutturato. Per gli studenti, è l’occasione per trasformare strumenti e tecniche in competenze progettuali applicate a un contesto reale; per il brand, un’opportunità di osservare lo spazio con uno sguardo nuovo.
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